Interviste / Lezione in punta di Wii

Roma – In questi ultimi anni, la ha fatto proprie le tecnologie informatiche che sono adattabili ed utilizzabili per la didattica. Questo processo di acquisizione è stato lento e non indolore ma ha portato ad avere, in molti casi, scuole attrezzate e in linea con i tempi. La novità di questi giorni è che le scuole sono state dotate di un certo numero di LIM (lavagne multimediali interattive) che sono destinate, pian piano, a soppiantare le lavagne col gesso e con i pennarelli alle quali tutti gli insegnanti sono abituati.

Avere a disposizione una mette il docente in condizione di fare il proprio lavoro in maniera (per l’appunto) interattiva, usandola come una lavagna ma anche, con il software apposito, di creare lezioni multimediali con video, voce ed effetti speciali vari salvando il tutto su file e rendendo così possibile aggiornare e modificare le varie unità didattiche; nonché di consentire agli alunni a casa di mettersi in pari con le spiegazioni come se fossero stati presenti.

Meraviglioso dirà chi legge, ma i costi di questa attrezzatura non sono insignificanti, e prima che in ogni aula ci sia una potrebbero passare decenni. La soluzione nell’immediato però potrebbe essere la che sostituisce degnamente la LIM e che è stata protagonista in numerosi Day lo scorso 23 ottobre. A tal proposito, visto che anche a Grosseto se n’è parlato, il presidente del Fabrizio Felici ha accettato di parlarne a Punto Informatico.

Punto Informatico: Che cos’è la Wiild?
Fabrizio Felici: La Wiild, ovvero Lavagna Digitale Wii dal nome di una famosa console videoludica, è un progetto nato nel 2007 e sviluppato rapidamente in vari paesi di tutto il mondo (non per niente è tutto software libero), per offrire un’alternativa efficace e a basso costo della LIM, Lavagna Multimediale Interattiva. Si basa su un principio molto semplice: la rilevazione dei movimenti che vengono fatti su una superficie piatta (schermo, telo, parete…), per poter dare dei comandi a un computer come se si avesse il mouse in mano.

PI: Cosa serve di preciso per ottenere una lavagna di questo tipo?
FF: Il cuore del sistema è il telecomando bianco a raggi infrarossi chiamato “Wiimote”, che fa da traduttore di questi movimenti per il computer. L’attrezzatura necessaria è un normalissimo computer, solitamente ma non necessariamente portatile, collegato a un proiettore che proietta l’uscita video del computer sulla superficie prescelta e una penna a raggi infrarossi che funge da telecomando con un solo pulsante.

PI: Quali sono le funzioni dei diversi componenti?
FF: Il Wiimote cattura i movimenti e le pressioni della penna sulla superficie tramite i raggi infrarossi che essa emette, e li re-invia al computer via bluetooth, ovvero via radio. Prima di iniziare c’è bisogno di una veloce fase di calibrazione, con la quale definire al Wiimote quali siano i bordi del nostro schermo, cosicché esso sarà in grado con precisione di “sentire” da quale punto del rettangolo è stato inviato il raggio dalla penna, e di dirlo al PC che si comporterà di conseguenza, solitamente facendo conto che in quel punto è stato cliccato il pulsante del mouse.

PI: Quali i vantaggi di questo sistema?
FF: È facile capire e immaginare le potenzialità di avere il controllo remoto del proprio schermo, di poter stare viso a viso con la platea invece che seduti alla tastiera. Esattamente come una lavagna coi gessi, si scrive, si clicca, si fa quel che si deve e poi ci si gira per mostrare quello che si sta facendo e interagire.

PI: Quali sono i costi effettivi per costruire la propria Wiild?
FF: Posto di avere un computer che non deve essere particolarmente potente, i pezzi necessari sono i seguenti: proiettore (da 350 Euro), Wiimote (39 euro), penna a infrarossi (15-17 Euro). Oltre a questi ci può essere necessità di un dongle bluetooth su porta usb (10 Euro), e con questo set qualsiasi computer funziona. Volendo possiamo aggiungere all’occorrenza un apposito in plexiglas per il telecomando (20 Euro) da avvitare a un treppiedi (5 Euro), e se non sivuole cambiare continuamente le batterie del telecomando un pacco batterie ricaricabili via usb (10 Euro).

PI: Quali sono invece i costi del software?
FF: Il software, essendo libero, non ha costi di licenza. Aggiungo che farsi una penna da soli è piuttosto semplice: basta 1 stilo, un interruttore microswitch e un emettitore led a 940nm, cose che con 3-4 Euro si comprano. Già tre del nostro gruppo sono riusciti nell’impresa, facendo 3 penne differenti tra loro e funzionanti.

PI: Qual è il software disponibile e quali sono i sistemi operativi compatibili?
FF: Il software di necessario alla traduzione dei clic sullo schermo, come molti software liberi, è disponibile in Rete in varie versioni e per tutti i sistemi operativi desktop (Windows, Mac e GNU/Linux). Uno dei più diffusi e sviluppati si chiama python-whiteboard, e ad esempio è disponibile nativamente per e Ubuntu. Questo permette il collegamento con il telecomando e la calibrazione dello schermo, da qui in poi si può operare.

PI: è compatibile con altri software?
FF: Ci sono altri software interessanti da farci funzionare assieme, sempre facilmente reperibili in Rete, come tutti quelli del pacchetto Educational di GNU/Linux, una tastiera virtuale cliccabile a schermo, e il più interessante: Ardesia, sviluppato tra l’altro da un bravo italiano. Quest’ultimo permette di scrivere in primo piano sullo schermo usando la penna come un gessetto, e tra l’altro dà modo di salvare in PDF e addirittura registrare quello che si sta facendo con VLC. Vale la pena ricordare che è tutto software libero, aperto e senza costi di licenza. Tra l’altro c’è una dietro, una mailing list che risponde prontamente con competenza per qualsiasi problema.

PI: Quanto tempo richiede l’installazione e la calibratura?
FF: Il tempo di accendere il proiettore, poi il computer, e nel frattempo che il sistema carica si installa il telecomando a 30 gradi a sinistra del proiettore (angolo tra i due segmenti proiettore-lavagna-Wiimote, che va puntato al centro dello schermo) se il relatore è destrorso, 30 gradi a destra se è mancino. Poi si attiva il Bluetooth, si accende il programma di calibrazione, si premono i tasti 1 e 2 del telecomando, e dopo 30 secondi si presenta lo schermo di calibrazione. A questo punto si deve solo “cliccare” la penna nei cerchietti ai 4 lati dello schermo, in sequenza.

PI: È un sistema alla portata anche di un docente magari non proprio avvezzo all’utilizzo della tecnologia?
FF: L’istallazione è la parte più lunga ma basta un poco di pratica, magari due prove assieme a qualcuno che c’è riuscito, seguire le 2-3 regole suddette e tutto funziona. Un appassionato di informatica ci riesce al massimo al secondo tentativo. Alle nostre dimostrazioni, poi, diamo sempre modo di provare la penna a chi non l’ha mai sperimentata: dopo un minuto di incertezza perché la penna va messa obliqua, si divertono a usarla. Probabilmente si stupiscono quanto ci siamo stupiti noi la prima volta per quanto sia facile.

PI: Ci sono differenze significative e la LMI?
FF: Didatticamente proprio no, fanno le stesse cose, sono schermi interattivi. Un touch-screen, una tavoletta grafica, non ha bisogno di essere calibrato ogni volta, e non ha batterie nel telecomando, ma ciò non giustifica certo la sproporzione di costo. Tra l’altro mi risulta che mentre nella la scelta di software sia praticamente senza limiti (tutto quello reperibile sotto GNU/Linux) ciò non è altrettanto vero per la LMI, che ha un set di limitato per il suo buon funzionamento.

PI: Come si possono creare le lezioni interattive per la Wiild?
FF: Le lezioni si possono preparare con .org ad esempio, esattamente come si preparano i lucidi per una presentazione, oppure come detto usare educativi. I siti di riferimento sono .it per il progetto in sé, e dossierscuola.it per trovare una guida all’introduzione del software libero a scuola, che comprende indicazioni su molti ottimi programmi da utilizzare.

PI: Perché si dovrebbe preferire a una LMI?
FF: Pariamo dal motivo più evidente, le ridotte finanze scolastiche: il costo molto più basso. Con una LMI si acquistano 5 o 6 Wiild, e dove non ci sono soldi per comprare nemmeno una LMI ci possono essere alcune Wiild. Tra l’altro, volendo nulla vieta di far girare il proiettore tra le classi, ormai sono attrezzi portatili. Inoltre, con la si acquistano degli strumenti utili per altri scopi (il proiettore), e basta poco tempo e nessuna spesa per avere un sistema sempre aggiornato agli ultimi disponibili. Quello che costa è l’hardware, che dura nel tempo ed è perfettamente scindibile dal software.

PI: Non c’è solo l’aspetto economico da considerare.
FF: Motivi pratici: quello che gira nel sistema può funzionare in qualsiasi computer che è a casa, quindi gli studenti sono liberi di usare il materiale didattico come vogliono. Motivi di affidabilità: se si guasta una LMI quanto costa accomodarla e chi la ripara? Una Wiild fatta da soli è sempre sotto controllo. Motivi di libertà: non ci saranno mai imposti degli standard chiusi, per cui una LMI può non funzionare col materiale di un’altra LMI, mentre tutti i PC del mondo possono funzionare con quelli che usano le Wiild. Infine, motivi etici: il software libero nella scuola, per il suo alto valore di educazione alla legalità e alla condivisione del sapere e della cultura.

PI: Dopo averla sperimentata, potresti affermare che consente a un docente di svolgere il proprio lavoro come se si trovasse davanti a una lavagna di tipo tradizionale (quella con il pennarello o con il gesso)?
FF: In realtà la Lavagna Digitale è un passo in avanti rispetto ai gessetti, e questo non sono io a dirlo ma insegnanti cui è stato presentato il progetto.
L’idea di lavorare interattivamente col computer di fronte a una classe, di coniugare le presentazioni digitali con l’interazione e la libertà di una lavagna tradizionale, accende l’entusiasmo.

PI: Occorre la motivazione dell’insegnante a effettuare questo cambio di strumenti.
FF: Certo, l’insegnante deve essere preparato al salto digitale, deve potersi immaginare cosa fare di più e meglio con un computer alle spalle. È quasi inutile usarla per scrivere elettronicamente ma come su una lavagna di ardesia: ma se si usano dei educativi, o presentazioni, la cosa cambia. Cambia il modo di fare lezione, è un grande e affascinante rinnovamento, specie per gli studenti più piccoli. Anche il solo fatto di poter proiettare un libro elettronico, e leggerlo, commentarlo, sottolinearlo, correggerlo, prenderci appunti sopra, può essere interessante.

a cura di Patrizia Bisaccia

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