Generare i codici QR con Linux

Smartmedia 2000 QR codeLa diffusione degli smartphone, oltre che dotare i proprietari di una serie infinita di applicazioni ludiche, sta portando l’uso in rapidissima ascesa l’uso dei cosiddetti codici QR (Quick Response, risposta rapida) che sono dei veri e propri codici a barre bidimensionali, quadrati in bianco e nero di pochi centimetri di lato dove è possibile immagazzinare un discreto numero di informazioni (4296 caratteri alfanumerici), che possono essere letti facilmente da uno smartphone (appunto).

In poche parole funzionano così: sulla carta trovate stampato questo quadrato dall’aspetto inconfondibile, tutto fatto a puntini (25 per lato) con tre quadrati più grandicelli uno per angolo (e uno più piccolo al quarto angolo) che servono di riferimento per la fotocamera di un cellulare dotato di lettore di codice QR (facilitane gratuitamente scaricabile se non si possiede).
Voi accendete la fotocamera, la puntate verso il quadrato, avviate l’app e “magicamente” vi trovate a schermo il contenuto testuale codificato nel quadrato, che può essere ad esempio un urla o altre informazioni
Il sistema è anche a prova di errore, perché riesce a ricostruire il messaggio anche se la stampa è danneggiata o rigata, fino al 30% del totale. Per questo al centro vi si può mettere un piccolo logo che contraddistingue il proprietario del codice. Procuratevi un biglietto ferroviario, lì c”è un esempio.

Pensate a un articolo su una rivista, che con il codice vi permette in due mosse di fare clic sul vostro cellulare e navigare verso l’articolo online, pensate alla estrema comodità di non dovere digitare nulla e in pochi secondi passare dalla carta al web.
Pensate al vostro biglietto da visita che fornisce informazioni supplementari ai vostri clienti, ad esempio.
Pensate se ve lo trovaste nell’etichetta di ogni prodotto al supermercato, in pochi attimi potreste leggere sul web tutto riguardo a quel prodotto.
Potete scommettere che il prossimo futuro non sarà molto diverso da così, proprio come gli indirizzi web e le hanno invaso giornali e riviste, cosa che fino a 15 anni fa era solo un lontano sogno da informatici.

Una ulteriore caratteristica chiave di questa tecnologia di codifica, pensata nel lontano 1994 dalla giapponese Denso wave come contrassegno per i loro prodotti industriali, è che è stata rilasciato nel 1999 con libera, quindi chi lo usa non deve pagare royalties a nessuno. Una scelta di notevole apertura mentale, che tra l’altro ha permesso il raggiungimento della certificazione ISO e lo avvicina idealmente molto a Linux. Sul quale si può trovare un programma che codifica e permette di creare i nostri codici QR personalizzati sulla base di un testo scritto.

Il programma in questione si chiama qrencode, si usa da linea di comando da terminale, lo potete trovare nei principali repository da tempo (in digitate da root “yum install qrencode”).
La sintassi è semplice, il manuale scarno ma non c’è poi molto da sapere.
Ad esempio per creare il codice che vedete in questo articolo mi è bastato scrivere da utente normale

qrencode http://www.smartmedia2000.it/ -o smartcode.png

e ho ottenuto un file grafico png da inserire e/o stampare. Ma si può mandare il risultato direttamente a video usando anche una utility del pacchetto ImageMagick:

qrencode http://www.smartmedia2000.it/ -o – ! display

Ultimo consiglio, non esagerate con al grandezza del quadrato stesso. Quello che vedete in alto è stato ottenuto mettendo l’opzione -s 5 vale a dire che ogni quadratino è 5 pixel di lunghezza, ma non vi consiglio di farli più grandi perché devono essere visti bene dalla fotocamera degli smartphone, quindi misure piccole vanno bene, misure grandi no perché costringono ad allargare troppo il campo, creando difficoltà all’utente.

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